Come è fatto, come entra in Italia e come proteggere i tuoi impianti dai traffici del gasolio di contrabbando
I traffici del gasolio di contrabbando coinvolgono in maniera attiva il territorio italiano.
Caratteristiche, rotte, manovre sospette: conosciamo i dettagli circa i traffici del gasolio di contrabbando e le soluzioni utili a proteggere il tuo business.
Gasolio di contrabbando: cosa ha di diverso?
Con gasolio di contrabbando s’intende una sostanza combustibile che ha le stesse caratteristiche e lo stesso grado di combustione del gasolio normale.
È gasolio, ma presenta una lieve variazione nella miscela. Tecnicamente, infatti, il gasolio di contrabbando viene miscelato con sostanze chimiche in grado di de-livellare la sostanza originaria e viene fatto passare come olio lubrificante.
Grazie all’alto tasso di combustione che continua a mantenere anche a seguito della miscelazione, il gasolio alterato viene venduto e utilizzato per la trazione di camion e mezzi pesanti.
Miscelato e dichiarato olio lubrificante il gasolio può essere trasferito senza alcun bisogno di particolari documenti. In alcuni paesi europei, infatti, l’olio lubrificante non è soggetto ad accisa, pertanto basta accompagnare il carico con una semplice lettera di vettura internazionale, ossia il CMR.
La tassa accisa non imposta vincola anche l’operato delle forze dell’ordine in quanto, per legge, non sono autorizzate ad emettere il blocco del veicolo o della cisterna sospetta.
I traffici del gasolio di contrabbando continuano a coinvolgere il nostro paese e a farne le spese, spesso, sono proprio i proprietari e i gestori di impianti di distribuzione carburante. Negli ultimi mesi ci sono stati due importanti fermi a danno di autocisterne provenienti dalla Polonia e dalla Slovenia contenenti rispettivamente 30mila e 120mila litri di gasolio alterato.
La rotta dell’Est Europa
I maggiori carichi di gasolio modificato provengono dall’Est Europa, in particolare dalla Polonia. In questi luoghi il gasolio normale viene stipato in magazzini e modificato per opera di miscelazioni con specifiche sostanze chimiche.
Il prodotto dichiarato come olio lubrificante viene poi trasferito e depositato in Grecia, Malta o Cipro per poi essere trasportato in Italia. È qui che il gasolio contrabbandato viene distribuito e venduto. Se i valichi del Friuli, del Veneto e del Trentino risultano utili per il passaggio resta il Mezzogiorno italiano il punto di arrivo e di smistamento dei carichi.
Grazie alla collaborazione tra Forze dell’ordine estere e italiane sono nati progetti come l’EMPACT (European Multidisciplinary Platform Against Criminal Threats), volti all’individuazione dei camion sospetti e alla condivisione delle informazioni per consentire il monitoraggio degli automezzi una volta entrati in Italia.
Data la provenienza del gasolio alterato, l’Italia ha scelto di cooperare con il Gruppo di Viségrad, conosciuto anche come Viségrad 4 o V4, un’unione nata tra Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca e Ungheria per consentire lo sviluppo militare, culturale, economico ed energetico degli stessi paesi europei membri.
Se le forze dell’ordine possono contare su alcuni segnali di allarme per contrastare questi traffici, come viaggi notturni o manovre sospette, resta da capire come può un gestore di impianto di distribuzione carburante evitare di cadere nella rete del gasolio di contrabbando.
Come proteggere il proprio business
Uno dei primi segnali di allarme gasolio di contrabbando risiede nella proposta di acquisto del carburante, solitamente venduto ad un costo nettamente inferiore rispetto alla media. I documenti che accompagnano il carico sono, poi, un altro importante punto su cui soffermarsi; non basta il CMR, bisogna controllare che il mezzo abbia viaggiato con tutti i documenti previsti dalla normativa corrente.
Per difendere il tuo business devi necessariamente affidarti a distributori seri e certificati per i tuoi rifornimenti ed acquisire strumenti di localizzazione e controllo per proteggere le tue cisterne da eventuali furti o manomissioni.
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